lunedì 14 ottobre 2013

La stanza

" Ho visto bambini e bambine nascosti nell'angolo di una stanza, li ho visti frignare, sognare, pensare con i loro piccoli, pochi pensieri; ma quella stanza era un cuore ed il mondo era già fuori.
Ho visto ragazzi e ragazze, scoprirsi e scontrarsi. Regole indigeste, delusioni indigeste, le prime volte della morte, i no che fanno male, il gioco che diventa indifferenza, la serietà che nasce, cresce, che toglie luce.
Ho visto uomini e donne, bravi e meno bravi, smarrite o più sicure, che la vita tanto è lì dentro, cosa tua e solo tua; per il fuori serve la maschera, per respirare un'aria che non conosci più.
Ho visto i tuoi occhi, cercarmi o sfuggirmi da dietro le tende e la tua carne tremare là che poi arriva solo l'eco, e non ho parole.
Non ho parole, non ho mani da allungare, non ho favole, ma solo abiti fradici di chi è stato buttato fuori dal destino e prendo freddo e pioggia. "
(c) Maurizio Gelli - 18 ottobre 2001

Per quanti di noi il "cammino" è partito dalla propria stanza da letto, da un angolo?
Ma se la smettessimo di chiamarli bambini, quando di bambini parliamo, e con più onestà dicessimo "quando eravamo bambini" ?
A mio modesto parere, metà dei problemi del mondo si risolverebbero in 
breve tempo; ogni vera presa di coscienza dovrebbe partire da quella stanza.
Vi immaginate quanti personaggi, più o meno famosi, abbasserebbero la maschera svelandosi in tutte le loro debolezze e mostrandoci il profondo perché delle loro malefatte?
Al posto delle poltrone, mettiamo lettini con tanto di giochi colorati e sonaglietti, nascondiamo telecamere e vediamo cosa succede in Parlamento. Altro che Reality!
Realtà. Profonda lealtà.
E so bene che non succederà mai, ma prima di spenderci in analisi politiche dei problemi e delle truffe, ragioniamo con il biberon in bocca :-)

Ps: per quanto riguarda il destino, personalmente parlando, ho avuto la fortuna di vedere quella stanza, dall'esterno, in tempo per prendere freddo e pioggia sì, ma anche in tempo per prepararmi a fortune più grandi.
Il bambino non è morto, lunga vita al bambino!
Una stanza ora la condivido. Lunga vita al letto!

mercoledì 4 settembre 2013

L'unica avventura

" Credo che esista un'unica grande avventura: prendere le misure al proprio passato e al proprio presente. Credo che di questa avventura bisognerebbe sempre dirne con il corpo pieno di birra o, nella migliore delle ipotesi, con il corpo pieno della persona che si ama. A raccontarla, a raccontarsela in apparente lucidità, si finisce sempre per dire stronzate. "

Questo scrivevo su uno dei miei quaderni agli inizi del 2001, questo mi torna alla mente in una sera di settembre del 2013. Dodici anni sono passati e quante riflessioni, cadute, risalite, salti, capriole, bevute di birra, vino, Jagermeister, nicotina, pugni all'invisibile e calci al visibile, pedalate di giorno e di notte... ormai solo passeggiate, di notte.
Sì, perché la bicicletta è stata abbandonata da tre anni, la schiena dell'amata due ruote non ne vuole più sapere. La schiena detta legge. Le ossa sono le vere colpevoli.
E colpevoli di che?

Colpevoli dell'avventura che sto vivendo ora.
Ora che, dopo essermi inventato scrittore/editore, sono alle prese con l'ardua impresa di farmi conoscere, di far conoscere il mio libro a più persone possibili.
E non ne bastano cento e nemmeno mille. Ce ne vogliono almeno diecimila, e multipli a seguire. E dovrei avere infinita fiducia, perché Ponte del Lovo piace, piace, piace.
C'è chi lo mette tra i libri più belli letti negli ultimi anni, chi lo mette tra i preferiti di sempre, chi si lascia emozionare dalla storia d'amore, chi va oltre e coglie la ricerca di una purezza quasi primordiale; chi apprezza il legame, particolarmente stretto, tra musica e narrazione, chi storge il naso di fronte a tanta intimità buttata sulla carta senza alcuna remora ma non riesce ugualmente a dire che sia un brutto romanzo.
Dovrei avere infinita fiducia e infinita fiducia mi pervade in questa sera passata a camminare, a bere, a fumare, a scambiare chiacchiere con sconosciuti avventori di un bar, con conosciuti avventori della palestra che, obbligatoriamente, frequento.

Le ossa. Sì, sono le ossa le vere colpevoli di questa avventura. Le ossa e l'amore, l'amore e la penna, la penna e le ossa.
C'è chi si scopre scrittore una volta finito dietro le sbarre, ed è superfluo ricordare che le sbarre non sono necessariamente fatte di ferro. C'è chi sputa sé stesso sulla carta da anni e scrittore, in fondo in fondo, non avrebbe mai voluto diventarlo. Ma.
Ma quando le ossa ti vengono a dire che non hanno più voglia di sorreggerti nella pesantezza del lavoro, qualcosa ti devi inventare e se inventarsi quel qualcosa vuol dire prenderti tutto l'amore che hai sempre cercato, ve lo garantisco, nell'avventura ti ci butti.
Il coraggio perde di significato, il coraggio non ha bisogno di coraggio, il coraggio è semplicemente vita.

Vita che ti ha portato dove sei, per le strade di questa città, dopo chiacchiere con sconosciuti e conosciuti, in questa sera di lucidità taglienti. Ai piedi non hai scarpe, ma bacchette per batterie; non hai respiri, ma fiati per trombe; non hai pensieri, ma siluri pronti ad affondare ogni sfiducia.
Il corpo è pieno della persona che ami, sei qui per lei, hai scritto un libro per lei, per darti la possibilità di starle vicino. Il corpo è pieno anche di quello che hai bevuto, ma non importa. Questa sera sei un gigante e nemmeno le ossa osano proferire parole. Sanno.

Le ossa sanno di essere la tua prigione e la tua salvezza, sanno di essersi rotte per portarti da Lei. E quando torni a casa e Lei già dorme, mentre ti spogli guardi quei due piccoli tatuaggi che vent'anni fa ti sei stampato sul braccio sinistro. Due piccoli tatuaggi: un piccolo cerchio e un piccolo quadrato con una macchiolina di pelle intonsa dentro, una macchiolina che ti ha sempre ricordato un cuore. E quando torni a casa chiudi gli occhi e vedi la copertina del tuo libro.

Quadrati, un cerchio, una macchiolina rossa che sa d'amore.
Prendere le misure al passato e al presente?
Il passato non si è mai staccato dalla pelle, il presente ti aspettava.
La tua avventura è questa. Il tuo corpo è pieno di tutto.

E buonanotte.

venerdì 9 agosto 2013

La poesia devastante

Ponte del Lovo, pagina 92
"... Agitato e barcollante arrivo ai quaderni, trascrivo la più pesante e devastante delle poesie che abbia mai composto e te la sparo... "
Qualcuno, leggendo, si sarà chiesto cosa, di così terribile, vive tra le righe di quella poesia? Quanti ancora leggeranno? Quanti ancora se lo chiederanno?

Tagliamo corto. 

" Se la terra si aprisse in un sorriso
le sue labbra sarebbero le mie
ed il cielo come lenzuolo
porterei ad avvolgere il tuo seno.
Ho occhi che si aprono
fino a che dura l'orizzonte
e mani come ali
ali di mani.

Se il tuono che viene nel temporale
rombasse forte come mai,
vedresti il mio volto
tra mille gocce d'argento
che abbraccerebbero in un balletto le mie lacrime
in un balletto sul mio cuore.
Se l'uccello che vola è vita
a me basta quello.

Se la luna è tonda e piena
la mia mente è la con lei,
vicini come amici
come segreti amanti
ad accarezzare di luce tutto questo delirio.
Raggi taglienti come bisturi
la nostra carezza è mortale
apre apre apre
non conosce menzogna
non sopporta bugia
miseria e gesto vile.
Non guardare in alto
non farlo, ti prego,
dovrei uccidere anche te.

Se il sole scalda la mia pelle
che i piedi nudi
carezzano i fili d'erba
come mani delicate le corde di una musica
io sorrido di tristezza.
Io rido e piango.
Io grido e muoio. "


In fase di corteggiamento, si può spedire, via mail, una simile poesia ad una donna che ci ha appena confessato di avere paura delle emozioni che le stiamo facendo provare?
Risposta: bisogna essere matti, oppure fortemente convinti delle proprie azioni.
Se però consideriamo che la donna in questione, fuori dall'etere, ancora non l'abbiamo incontrata, siamo matti e felicemente coscienti di esserlo :-)


venerdì 2 agosto 2013

Carne, musica e altro

Ponte del Lovo è molto più che una semplice storia d'amore, e non lo dico per vantarmi di essere riuscito a scrivere, al primo tentativo, un romanzo completo, avvincente, per nulla scontato e capace di spaziare, di farsi spazio, ovunque un millimetro vuoto chieda la sua dose di pienezza.
Basterebbe leggere i commenti delle lettrici/lettori per capire che non sto vaneggiando; basterebbe sfogliarlo, per comprendere la precisa e forte volontà di andare oltre il luoghi comuni, senza falsi pudori o ipocrisie:  più che una volontà, l'innata necessità di guardare sempre nella direzione di quell'oltre.

Ponte del Lovo parla di carne, di cuore e di mente. Ponte del Lovo suona. Ponte del Lovo è anche fotografia. E proprio ammirando una fotografia, oggi pomeriggio, ho pensato:
" ... questo fotografo/a è un genio. In uno scatto è stato capace di riassumere tutto quello che il sottoscritto ha detto in quasi trecento pagine... "

Questa è la foto. (c) Alex Wilson





Un corpo di donna ( la mia eterosessualità limita le vedute... ), un braccio, una mano, un cigno, un canto, un'atmosfera.
Così, un bianco e nero, semplice e penetrante. Carne non banalizzata, corpo che tutto contiene. Carne che va oltre la bellezza delle forme, che è richiamo per i pensieri, per i sentimenti, per le vibrazioni ormonali. Lo scatto di un genio.



Carne che diventa musica, musica che diventa carne, movenze immortalate che comunicano, emozionano. Anche all'interno del mio sito www.pontedellovo.com
potete trovare diverse fotografie ma i cellulari, seppur dotati di tanti megapixel, mai
arriveranno a produrre le opere d'arte di certi professionisti. Diamo spazio ad alcuni di loro allora, perché se lo meritano.



Mani e piedi, insieme.
Camminare con mani e piedi, insieme.
Eleganza quasi soffocante e ancora musica, 
ancora note, note invisibili che valgono interi romanzi.
Caviglie e talloni in perfetta armonia.

E un riflesso che copia, che sdoppia, che grida amore per ogni pezzetto della creatura che amiamo.

Un riflesso d'autore.
Un autore che sa riflettersi ed immergersi nella vita, nel mondo, nelle sue meraviglie.
Una macchina fotografica che, ancora una volta, ha la capacità di suonare, di sparare melodie più oltre dell'oltre.








E di questa cosa vogliamo dire?
La linea lucente di un seno.
La curva lucente di un'anca.
Dobbiamo aggiungere altro?
Un seno che è quasi luna nella notte più scura.
Un'anca che è certamente madre di ogni futura, possibile bellezza; madre di creature, generatrice di micro mondi sparsi nel mondo sconfinato di quel cielo nero nel quale si staglia con le sue curve.
Donna mondo. Mondo donna. Non si scappa, così è.
E così, un altro genio, sicuro figlio di un seno e di un ventre, ha compiuto il suo miracolo fotografico.




Allora, basta raccontarsi bugie.
La carne è lo strumento, quello meglio accordato, quello capace di riempire ogni millimetro, ovunque il millimetro si trovi. Nella mente, nel cuore. Nel passato, nel presente. La carne è il più affidabile dei custodi e, senza un simile custode, saremmo esposti continuamente a ruberie, angherie, insulti.

Da uomo, grido allora al corpo di una donna.
Grido se posso sentirlo suonare.
Mi emoziono se, con un libro, di tutte le sue bellezze sono riuscito a parlarne senza annoiare.




PS: non ho indicato tutti i copyright soltanto perché mi è stato impossibile reperirli

giovedì 25 luglio 2013

Che palle 'sto cuore!

Non pensare troppo, diffida dell'eccessiva razionalità, dai voce al tuo cuore, le verità più profonde si celano nel cuore, decidi con il cuore... ascolta il tuo cuore. E come lo ascolto il cuore, con lo stetoscopio!?!

Sono il primo ad affermare che l'amore ( il fare le cose con amore ) è il senso più bello che possiamo dare alla vita e mi rendo conto che se l'amore necessitava di un simbolo la scelta era obbligata.
Quando ogni altro pezzetto del nostro corpo si ferma il cuore è l'unico in grado di reggere la baracca, è lui il vero padrone di casa e nel momento che decide per lo sfratto ad attenderci c'è solo la morte: in sintesi, il cuore è la vita stessa. Evviva la vita allora, ma non dimentichiamoci che senza testa ogni auscultazione sarebbe impossibile.
Non credo che il mondo abbia bisogno di persone che agiscano con il cuore, ce ne sono molte di più di quanto si possa immaginare. Credo, piuttosto, che il mondo avrebbe bisogno di persone in grado di decifrare, di mettere in ordine gli impulsi, di non seguire ciecamente le parole che sgorgano palpitanti dal petto. Il cuore, con il suo ardore, fa più danni di dieci uragani e venti terremoti; il caldo squaglia. Il freddo invece conserva, però, vivere tra i gelidi ingranaggi mentali  non piace a nessuno e con ogni probabilità i danni non sarebbero meno ingenti. E una via di mezzo?

Una persona calda ha la febbre. Una persona fredda, molto probabilmente, ha qualcosa di peggio. E una tiepida?
Il tepore. Evviva il tepore, quella piacevole sensazione che, con l'uso contemporaneo di ventricoli e neuroni, ti pervade da capo a piedi e ti fa venire voglia di gridare " Sono vivo! Pienamente e consciamente vivo! "
È sufficiente farsi prendere per i fondelli dai politici e dai fanatici religiosi; se lasciamo spazio anche ai "furbi"  adulatori del cuore siamo veramente fritti!
E perdonatemi lo sfogo :-)


martedì 23 luglio 2013

Mi fai camminare

E' sottile il lembo di terra,
un mondo nascosto al mondo
è quello che mi fai camminare.
E' tra una carezza e uno schiaffo,
è piacere come fulmine d'infinito
e pioggia che è subito fiume.

Porta la mia mano,
sempre sul tuo viso mai uguale e porta me.
Nel centro del cerchio,
nella prepotente perfezione del tuo sguardo
e nulla in più.
Perché sempre tu sei
e tu combatti in silenzio.

Tu che torni all'improvviso con una parola
e insieme sorridiamo la vittoria,
si confondono le voci e le impronte,
cerco sotto i piedi
e trovo che mi fai camminare.

(c) Maurizio Gelli


Pinarella di Cervia, riviera romagnola, estate 1985.Un teppistello in vacanza con gli amici dello stadio finge di non aver sentito, o meglio, nel timore di essere deriso, evita di raccontare l'accaduto.Cinque minuti prima, si era accorto che un nonno, tenendo per mano il nipotino, spiegava al piccolo che - testuali parole - la fortuna più grande che può capitare ad un uomo è quella di incontrare la donna giusta; che la fortuna più grande che può capitare ad una donna è quella di incontrare l'uomo giusto.Guarda caso, tra i tanti frammenti di memoria questo è sempre riemerso più spesso di altri. Guarda caso, quella fortuna io l'ho incontrata. Guarda cosa trovo nella memoria del portatile: una poesia scritta più o meno tre anni fa.
Cammina il nonno insieme al nipotino e continuiamo a camminare noi due.In questa mattina di ricordi, a passeggiare siamo in quattro.

martedì 9 luglio 2013

Le persone succedono

Come ci si muove dentro un blog?
Non ne ho la più pallida idea, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.
Vorrei rispondere, allora, a quelle lettrici che, giunte all'ultima pagina del mio libro, in privato mi hanno confidato quanto sia bello sapere che " esistono uomini così ".
Ora. È chiaro che, essendo Ponte del Lovo il racconto di una storia vera vissuta dal sottoscritto in prima persona, l'uomo in questione sono io e che dalla lettura del romanzo si possono evincere molte altre cose e molto diverse: ciò non toglie che la parola "esistono" mi ha fatto riflettere.
Le persone non esistono. Le persone succedono.
Se avessi ricevuto quelle carezze materne che diventano corazza, non sarei andato incontro alla vita a petto nudo, pronto a farmi trafiggere dalla più spuntata delle frecce.
Se mio padre non se ne fosse andato nel momento meno opportuno, lasciandomi, adolescente, senza nessuno che mi insegnasse ad essere uomo nel senso più classico del termine.
Se Madre Natura fosse stata meno generosa, probabilmente non mi sarei staccato dal mondo ogni qualvolta ne sentivo il bisogno, certo di poter poi tornare e trovare sempre un seno, un bacio, uno sguardo dolce e uno languido.
E se alla base delle personali capacità, delle proprie sensibilità, ci fosse comunque il carattere, l'indole, beh, vi assicuro che dentro la pancia non ci è concesso pianificare alcunché; al reparto maternità dove sono nato, nessuno ricorda di calcolatrici e blocchi per appunti usciti insieme alla placenta.
Le persone non esistono. Le persone succedono.
Succedono uomini così e uomini cosà, succedono donne così e donne cosà, senza meriti e senza demeriti.
Le cose succedono.

A volte succede un libro.

domenica 30 giugno 2013

Questo blog è appena nato e alcune parti non sono complete.
Ma intanto, girovagando per Google, ho trovato una bella sorpresa.
Non so chi sia il/la responsabile, indagherò.
Nel frattempo lo/la ringrazio.
Io concordo pienamente, e voi ?
http://www.recensionilibri.org/2013/06/ponte-del-lovo-di-maurizio-gelli-il-coraggio-e-la-forza.html

mercoledì 26 giugno 2013

Ponte del Lovo è stato partorito in camion e dove sennò... è in cabina che la vita ti spreme. E poi, quando senti di essere arrivato, rinchiuso in una prigione... è li che ti giochi il tutto per tutto....
Non voglio raccontare delle vite che ho conosciuto... non mi sembrerebbe nemmeno giusto... ognuno di noi non ha solo una sua storia, ognuno di noi in qualche modo è leggenda...

E se un mattino voltandoti allungherai una mano, troverai me.
E' quello che istintivamente facciamo sempre 
quando attraversiamo una strada trafficata. 
Le nostre mani si cercano e si trovano.
Senza bisogno di parole. Senza bisogno di uno sguardo.
Perché io e te, insieme, siamo.
Non ci eravamo sbagliati.

Non ci eravamo sbagliati.

(c) Maurizio Gelli
...
Perché se per una strada gridi da solo sei un matto,
ma se si è in due a farlo, chi passa può pensare
che stiamo giocando
....

martedì 25 giugno 2013

... Perchè la forza di un amore sta nella sua fragilità, nel suo incessante bisogno di piccole fatiche, di cose sempre nuove, di dubbi e di conferme; e, al tempo stesso, un amore è forte se della vita conosce il passo caldo e violento. La vita è forte e fragile nel suo continuo saliscendi, nelle innumerevoli traversate, nella sua fine annunciata.....

(c) Ponte del Lovo di Maurizio Gelli

lunedì 24 giugno 2013

Io

... sintetizzo in poche parole. Per stare nel mondo non rinuncio alla libertà di sentire ciò che nessuno può insegnarmi; il vero senso delle cose va oltre ed è lì che ho bisogno di guardare.
Di anni ne sono passati. [...] Quel bimbo ha perso i capelli, ha la barba e le ossa un po' rotte. Ma la sua indole vive, resiste e cerca.
www.pontedellovo.com