martedì 23 luglio 2013

Mi fai camminare

E' sottile il lembo di terra,
un mondo nascosto al mondo
è quello che mi fai camminare.
E' tra una carezza e uno schiaffo,
è piacere come fulmine d'infinito
e pioggia che è subito fiume.

Porta la mia mano,
sempre sul tuo viso mai uguale e porta me.
Nel centro del cerchio,
nella prepotente perfezione del tuo sguardo
e nulla in più.
Perché sempre tu sei
e tu combatti in silenzio.

Tu che torni all'improvviso con una parola
e insieme sorridiamo la vittoria,
si confondono le voci e le impronte,
cerco sotto i piedi
e trovo che mi fai camminare.

(c) Maurizio Gelli


Pinarella di Cervia, riviera romagnola, estate 1985.Un teppistello in vacanza con gli amici dello stadio finge di non aver sentito, o meglio, nel timore di essere deriso, evita di raccontare l'accaduto.Cinque minuti prima, si era accorto che un nonno, tenendo per mano il nipotino, spiegava al piccolo che - testuali parole - la fortuna più grande che può capitare ad un uomo è quella di incontrare la donna giusta; che la fortuna più grande che può capitare ad una donna è quella di incontrare l'uomo giusto.Guarda caso, tra i tanti frammenti di memoria questo è sempre riemerso più spesso di altri. Guarda caso, quella fortuna io l'ho incontrata. Guarda cosa trovo nella memoria del portatile: una poesia scritta più o meno tre anni fa.
Cammina il nonno insieme al nipotino e continuiamo a camminare noi due.In questa mattina di ricordi, a passeggiare siamo in quattro.

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