mercoledì 4 settembre 2013

L'unica avventura

" Credo che esista un'unica grande avventura: prendere le misure al proprio passato e al proprio presente. Credo che di questa avventura bisognerebbe sempre dirne con il corpo pieno di birra o, nella migliore delle ipotesi, con il corpo pieno della persona che si ama. A raccontarla, a raccontarsela in apparente lucidità, si finisce sempre per dire stronzate. "

Questo scrivevo su uno dei miei quaderni agli inizi del 2001, questo mi torna alla mente in una sera di settembre del 2013. Dodici anni sono passati e quante riflessioni, cadute, risalite, salti, capriole, bevute di birra, vino, Jagermeister, nicotina, pugni all'invisibile e calci al visibile, pedalate di giorno e di notte... ormai solo passeggiate, di notte.
Sì, perché la bicicletta è stata abbandonata da tre anni, la schiena dell'amata due ruote non ne vuole più sapere. La schiena detta legge. Le ossa sono le vere colpevoli.
E colpevoli di che?

Colpevoli dell'avventura che sto vivendo ora.
Ora che, dopo essermi inventato scrittore/editore, sono alle prese con l'ardua impresa di farmi conoscere, di far conoscere il mio libro a più persone possibili.
E non ne bastano cento e nemmeno mille. Ce ne vogliono almeno diecimila, e multipli a seguire. E dovrei avere infinita fiducia, perché Ponte del Lovo piace, piace, piace.
C'è chi lo mette tra i libri più belli letti negli ultimi anni, chi lo mette tra i preferiti di sempre, chi si lascia emozionare dalla storia d'amore, chi va oltre e coglie la ricerca di una purezza quasi primordiale; chi apprezza il legame, particolarmente stretto, tra musica e narrazione, chi storge il naso di fronte a tanta intimità buttata sulla carta senza alcuna remora ma non riesce ugualmente a dire che sia un brutto romanzo.
Dovrei avere infinita fiducia e infinita fiducia mi pervade in questa sera passata a camminare, a bere, a fumare, a scambiare chiacchiere con sconosciuti avventori di un bar, con conosciuti avventori della palestra che, obbligatoriamente, frequento.

Le ossa. Sì, sono le ossa le vere colpevoli di questa avventura. Le ossa e l'amore, l'amore e la penna, la penna e le ossa.
C'è chi si scopre scrittore una volta finito dietro le sbarre, ed è superfluo ricordare che le sbarre non sono necessariamente fatte di ferro. C'è chi sputa sé stesso sulla carta da anni e scrittore, in fondo in fondo, non avrebbe mai voluto diventarlo. Ma.
Ma quando le ossa ti vengono a dire che non hanno più voglia di sorreggerti nella pesantezza del lavoro, qualcosa ti devi inventare e se inventarsi quel qualcosa vuol dire prenderti tutto l'amore che hai sempre cercato, ve lo garantisco, nell'avventura ti ci butti.
Il coraggio perde di significato, il coraggio non ha bisogno di coraggio, il coraggio è semplicemente vita.

Vita che ti ha portato dove sei, per le strade di questa città, dopo chiacchiere con sconosciuti e conosciuti, in questa sera di lucidità taglienti. Ai piedi non hai scarpe, ma bacchette per batterie; non hai respiri, ma fiati per trombe; non hai pensieri, ma siluri pronti ad affondare ogni sfiducia.
Il corpo è pieno della persona che ami, sei qui per lei, hai scritto un libro per lei, per darti la possibilità di starle vicino. Il corpo è pieno anche di quello che hai bevuto, ma non importa. Questa sera sei un gigante e nemmeno le ossa osano proferire parole. Sanno.

Le ossa sanno di essere la tua prigione e la tua salvezza, sanno di essersi rotte per portarti da Lei. E quando torni a casa e Lei già dorme, mentre ti spogli guardi quei due piccoli tatuaggi che vent'anni fa ti sei stampato sul braccio sinistro. Due piccoli tatuaggi: un piccolo cerchio e un piccolo quadrato con una macchiolina di pelle intonsa dentro, una macchiolina che ti ha sempre ricordato un cuore. E quando torni a casa chiudi gli occhi e vedi la copertina del tuo libro.

Quadrati, un cerchio, una macchiolina rossa che sa d'amore.
Prendere le misure al passato e al presente?
Il passato non si è mai staccato dalla pelle, il presente ti aspettava.
La tua avventura è questa. Il tuo corpo è pieno di tutto.

E buonanotte.