venerdì 9 agosto 2013

La poesia devastante

Ponte del Lovo, pagina 92
"... Agitato e barcollante arrivo ai quaderni, trascrivo la più pesante e devastante delle poesie che abbia mai composto e te la sparo... "
Qualcuno, leggendo, si sarà chiesto cosa, di così terribile, vive tra le righe di quella poesia? Quanti ancora leggeranno? Quanti ancora se lo chiederanno?

Tagliamo corto. 

" Se la terra si aprisse in un sorriso
le sue labbra sarebbero le mie
ed il cielo come lenzuolo
porterei ad avvolgere il tuo seno.
Ho occhi che si aprono
fino a che dura l'orizzonte
e mani come ali
ali di mani.

Se il tuono che viene nel temporale
rombasse forte come mai,
vedresti il mio volto
tra mille gocce d'argento
che abbraccerebbero in un balletto le mie lacrime
in un balletto sul mio cuore.
Se l'uccello che vola è vita
a me basta quello.

Se la luna è tonda e piena
la mia mente è la con lei,
vicini come amici
come segreti amanti
ad accarezzare di luce tutto questo delirio.
Raggi taglienti come bisturi
la nostra carezza è mortale
apre apre apre
non conosce menzogna
non sopporta bugia
miseria e gesto vile.
Non guardare in alto
non farlo, ti prego,
dovrei uccidere anche te.

Se il sole scalda la mia pelle
che i piedi nudi
carezzano i fili d'erba
come mani delicate le corde di una musica
io sorrido di tristezza.
Io rido e piango.
Io grido e muoio. "


In fase di corteggiamento, si può spedire, via mail, una simile poesia ad una donna che ci ha appena confessato di avere paura delle emozioni che le stiamo facendo provare?
Risposta: bisogna essere matti, oppure fortemente convinti delle proprie azioni.
Se però consideriamo che la donna in questione, fuori dall'etere, ancora non l'abbiamo incontrata, siamo matti e felicemente coscienti di esserlo :-)


venerdì 2 agosto 2013

Carne, musica e altro

Ponte del Lovo è molto più che una semplice storia d'amore, e non lo dico per vantarmi di essere riuscito a scrivere, al primo tentativo, un romanzo completo, avvincente, per nulla scontato e capace di spaziare, di farsi spazio, ovunque un millimetro vuoto chieda la sua dose di pienezza.
Basterebbe leggere i commenti delle lettrici/lettori per capire che non sto vaneggiando; basterebbe sfogliarlo, per comprendere la precisa e forte volontà di andare oltre il luoghi comuni, senza falsi pudori o ipocrisie:  più che una volontà, l'innata necessità di guardare sempre nella direzione di quell'oltre.

Ponte del Lovo parla di carne, di cuore e di mente. Ponte del Lovo suona. Ponte del Lovo è anche fotografia. E proprio ammirando una fotografia, oggi pomeriggio, ho pensato:
" ... questo fotografo/a è un genio. In uno scatto è stato capace di riassumere tutto quello che il sottoscritto ha detto in quasi trecento pagine... "

Questa è la foto. (c) Alex Wilson





Un corpo di donna ( la mia eterosessualità limita le vedute... ), un braccio, una mano, un cigno, un canto, un'atmosfera.
Così, un bianco e nero, semplice e penetrante. Carne non banalizzata, corpo che tutto contiene. Carne che va oltre la bellezza delle forme, che è richiamo per i pensieri, per i sentimenti, per le vibrazioni ormonali. Lo scatto di un genio.



Carne che diventa musica, musica che diventa carne, movenze immortalate che comunicano, emozionano. Anche all'interno del mio sito www.pontedellovo.com
potete trovare diverse fotografie ma i cellulari, seppur dotati di tanti megapixel, mai
arriveranno a produrre le opere d'arte di certi professionisti. Diamo spazio ad alcuni di loro allora, perché se lo meritano.



Mani e piedi, insieme.
Camminare con mani e piedi, insieme.
Eleganza quasi soffocante e ancora musica, 
ancora note, note invisibili che valgono interi romanzi.
Caviglie e talloni in perfetta armonia.

E un riflesso che copia, che sdoppia, che grida amore per ogni pezzetto della creatura che amiamo.

Un riflesso d'autore.
Un autore che sa riflettersi ed immergersi nella vita, nel mondo, nelle sue meraviglie.
Una macchina fotografica che, ancora una volta, ha la capacità di suonare, di sparare melodie più oltre dell'oltre.








E di questa cosa vogliamo dire?
La linea lucente di un seno.
La curva lucente di un'anca.
Dobbiamo aggiungere altro?
Un seno che è quasi luna nella notte più scura.
Un'anca che è certamente madre di ogni futura, possibile bellezza; madre di creature, generatrice di micro mondi sparsi nel mondo sconfinato di quel cielo nero nel quale si staglia con le sue curve.
Donna mondo. Mondo donna. Non si scappa, così è.
E così, un altro genio, sicuro figlio di un seno e di un ventre, ha compiuto il suo miracolo fotografico.




Allora, basta raccontarsi bugie.
La carne è lo strumento, quello meglio accordato, quello capace di riempire ogni millimetro, ovunque il millimetro si trovi. Nella mente, nel cuore. Nel passato, nel presente. La carne è il più affidabile dei custodi e, senza un simile custode, saremmo esposti continuamente a ruberie, angherie, insulti.

Da uomo, grido allora al corpo di una donna.
Grido se posso sentirlo suonare.
Mi emoziono se, con un libro, di tutte le sue bellezze sono riuscito a parlarne senza annoiare.




PS: non ho indicato tutti i copyright soltanto perché mi è stato impossibile reperirli